LinkedIn lancia i Video Trend
- Matteo Sallustio
- 9 apr
- Tempo di lettura: 3 min
LinkedIn sta testando un nuovo formato che strizza l’occhio a TikTok: i video trend, ovvero argomenti video di tendenza che spingono gli utenti a partecipare pubblicando la propria opinione in formato video.
Questa nuova funzione, in fase di test negli Stati Uniti, permette di visualizzare un topic direttamente nel feed e nei video, con la possibilità di vedere cosa ne pensano gli altri utenti e, con un semplice tap su “Partecipa al trend”, registrare il proprio contributo.

L’approccio ricorda quello degli Articoli Collaborativi, contenuti generati dall’intelligenza artificiale di LinkedIn che invitavano gli utenti a rispondere a domande specifiche di settore. Una funzione che inizialmente aveva avuto successo, anche grazie al badge "esperto" assegnato ai contributor più attivi – poi rimosso per abuso del sistema.
Ora LinkedIn riprova, puntando sui video. Un formato che continua a crescere sulla piattaforma: secondo i dati interni, il tempo medio di visione dei contenuti video è aumentato del 36% rispetto all’anno precedente. Un segnale chiaro, soprattutto tra i professionisti più giovani, sempre più abituati a contenuti rapidi e visivi.
Quali opportunità e criticità per i creator?
La nuova funzione dei video trend apre scenari interessanti per chi lavora con i contenuti digitali, in particolare in un contesto professionale come quello di LinkedIn. Da un lato, si intravede un’opportunità concreta di guadagnare visibilità in modo organico. Partecipare a un trend significa inserirsi in un flusso di contenuti già attenzionati dalla piattaforma, con il vantaggio di potersi far notare anche al di fuori del proprio network abituale.
In più, il formato stesso — veloce, reattivo, costruito per stimolare la partecipazione — può rivelarsi uno strumento potente per aumentare l’engagement. È un tipo di interazione che premia la spontaneità, ma che richiede anche prontezza e un certo livello di strategia: sapersi inserire in un tema caldo con un punto di vista originale è una dote sempre più richiesta ai creator.
C'è anche un tema di posizionamento personale. Esprimere opinioni o insight su argomenti verticali può contribuire a rafforzare la percezione di competenza in un determinato settore. Per i creator che puntano a costruire autorevolezza, questa è un’occasione concreta per farlo attraverso contenuti coerenti e ben mirati.
Tuttavia, non mancano le criticità. Il primo rischio è quello di cadere nella logica del contenuto "tanto per fare". Quando una piattaforma propone trend da cavalcare, c'è sempre la tentazione di pubblicare contenuti veloci, magari poco curati, solo per non restare indietro. In un contesto come LinkedIn, dove la qualità e la pertinenza dovrebbero restare centrali, questo potrebbe portare a un abbassamento del livello generale delle pubblicazioni.
Un altro punto delicato riguarda la gestione dei temi proposti. LinkedIn dovrà garantire che i topic rimangano saldamente ancorati all’ambito professionale, evitando che si trasformino in contenuti troppo generalisti o scollegati dalla mission della piattaforma. Il confine tra trend stimolanti e contenuti "da scroll" è sottile, e il rischio di trasformare LinkedIn in un feed caotico è reale.
Infine, c’è il nodo degli incentivi. Funzioni come gli Articoli Collaborativi avevano inizialmente spinto molti utenti a partecipare grazie alla possibilità di ottenere un badge di riconoscimento. Ma quando questo incentivo è stato rimosso, l’entusiasmo è rapidamente calato. Se LinkedIn non trova un modo efficace per motivare i creator — magari attraverso visibilità prioritaria, strumenti analitici avanzati o collaborazioni con brand — anche i video trend rischiano di restare una moda passeggera.
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