OpenAI lavora al suo social network: cosa sappiamo finora
- Matteo Sallustio
- 6 giorni fa
- Tempo di lettura: 2 min
Secondo quanto riportato da The Verge, OpenAI sta sperimentando internamente un nuovo progetto: un social network costruito attorno alle immagini generate con i suoi strumenti di AI, come DALL·E. Il prototipo, ancora in fase embrionale, include un feed sociale in cui condividere contenuti visuali generati attraverso ChatGPT. Sam Altman, CEO di OpenAI, starebbe già raccogliendo feedback da esterni per valutarne il potenziale.
Il progetto potrebbe prendere due direzioni: diventare un'app standalone oppure essere integrato all’interno dell’app esistente di ChatGPT, che attualmente è l'app più scaricata al mondo.
L’obiettivo nascosto: creare un flusso dati proprietario
Questa mossa non nasce solo dalla voglia di espandere il brand. OpenAI, come tutti i progetti AI, ha bisogno di una quantità costante e aggiornata di dati per restare competitivo. Finora ha potuto accedere a contenuti online esistenti, ma sempre più editori stanno bloccando l’uso dei propri dati da parte dell’AI. Senza questo flusso continuo, mantenere la rilevanza e l’accuratezza delle risposte di ChatGPT diventa difficile.
Un social network proprietario permetterebbe a OpenAI di raccogliere dati originali in tempo reale, generati direttamente dagli utenti. È lo stesso meccanismo che sta sfruttando Elon Musk con X (ex Twitter), da cui Grok, il chatbot di xAI, trae contenuti freschi e dinamici.

Altman vs Musk: rivalità, affari e vendette personali
Dietro questo progetto si nasconde anche un’altra storia: quella della rivalità tra Sam Altman ed Elon Musk. Musk è stato uno dei primi sostenitori di OpenAI, donando 100 milioni di dollari quando il progetto era ancora no-profit. Ma i rapporti si sono incrinati quando il consiglio ha rifiutato la sua proposta di diventare CEO.
Da lì, Musk ha rotto con il team, ha ritirato i finanziamenti e ha dato il via a una serie di attacchi pubblici e legali. Oggi guida xAI, un progetto nato quasi per dispetto, e accusa OpenAI di aver usato indebitamente dati di Twitter/X, oltre ad aver tradito la missione originale.
Tra visione strategica e sfida imprenditoriale
A prescindere dalle dinamiche personali, l’idea di un social network firmato OpenAI ha basi strategiche forti: creare una community attiva attorno ai contenuti generati dall’intelligenza artificiale, incentivare l’uso dei tool interni e al tempo stesso alimentare un ecosistema chiuso di dati. Ma non sarà facile: il mercato è saturo, e la sfida sarà riuscire a rendere l’esperienza davvero utile e non solo una bacheca per immagini generate dall’AI.
Eppure, con ChatGPT in cima alle classifiche di download, e una base utenti già affezionata, il progetto potrebbe trovare il suo spazio, magari proprio come estensione del tool già usato per generare immagini e contenuti.
OpenAI cerca di giocare d’anticipo in un panorama sempre più competitivo. Se riuscirà a costruire una piattaforma che unisca creatività, community e dati, potrebbe diventare un punto di riferimento non solo per l’AI ma anche per i content creator del futuro.
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